L’area urbana

Àllai - Foto area della Chiesa Parrocchiale

L’area urbana

Il centro storico si presenta omogeneo, definito e ben riconoscibile nella sua articolazione intorno alla chiesa parrocchiale intitolata allo Spirito Santo. Si compone di costruzioni disposte ad “isolato” che includono al proprio interno le piazze, tra queste Pratz’e is ballus, evocativa della funzione principale in occasione delle feste, e l’antica Pratz’e forreddu.

Interventi recenti di riqualificazione dell’area urbana hanno ripreso queste linee guida e hanno portato alla creazione di ampi spazi “condominiali” contornati dalle tipiche costruzioni allaesi, con piano terra e primo piano, come nella piazza del Museo civico.

L’origine del villaggio di Àllai è da ricercarsi nei tempi della tarda Età nuragica, precisamente nella prima Età del Ferro, come testimoniano alcuni reperti archeologici messi in luce durante lavori di scavi per la sistemazione viaria, impiantistica e di fondazione per l’edilizia abitativa. Si tratta di fittili frammentati ben noti per tipologia e inquadramento cronologico, che attestano la presenza di un insediamento capannicolo nell’area urbana. Da questo momento, pressoché senza soluzione di continuità, il villaggio conoscerà una crescita costante, prima in epoca coloniale, punica e poi romana, e in particolare durante il basso Medioevo, come confermano alcuni frammenti ceramici di produzione valenzana della prima metà del ’300, associati alle tipologie locali.

Purtroppo oltre allo sviluppo topografico del centro storico, che potrebbe riferirsi alla villa medioevale, al quale a partire dal tardo ’400 si è sovrapposto il villaggio moderno, non abbiamo elementi architettonici e artistici riferibili a tale contesto culturale. Fanno eccezione i resti strutturali di una preesistente chiesa paleocristiana e medioevale, oggi sottostante alle architetture della parrocchiale, alla quale è da riferire probabilmente il catino monumentale dell’acquasantiera in trachite rossa, che riporta la data di esecuzione al 1320.

I documenti epigrafici attualmente conosciuti provengono infatti da alcuni siti del territorio, il primo da un’arcata di Ponti ’Ecciu, che attesta un completamento strutturale nel 1153 ad opera del sovrano arborense Barisone I, il secondo dalla chiesa di Santa Maria di Loddùo, che cita una giostra equestre, una Saradilia, intorno al santuario, in data 1323.

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