Il Ponte Vecchio
Un’opera ingegneristica notevole che per secoli ha messo in comunicazione il Campidano di Oristano con le terre oltre il fiume: un’opera importante anche da un punto di vista strutturale, considerata anche la portata del corso d’acqua e il carattere torrenziale che assume per almeno sei mesi l’anno.
I segni dell’azione incessante dell’acqua si colgono nella stratigrafia muraria del ponte che evidenzia una serie di restauri e rifacimenti anche radicali, frutto di tecniche e maestranze differenti. L’utilizzo del territorio in età romana è ampiamente attestato da una serie di epigrafi latine su cippi funerari, rinvenute in più località, che rimarcano la presenza ad Àllai di più aree cimiteriali e quindi di più insediamenti abitativi.
Di questi ultimi si colgono i segni copiosi in tutto il territorio allaése, sia come rifrequentazioni di monumenti più antichi come i nuraghi, sia come luoghi di nuovi insediamenti come in quei siti dove, durante il Medioevo, si sono formati i villaggi, o biddas, di Brabaxiana, di Loddùo e di Alàri, e gli agglomerati di Codinèdda, Montesantu ’e Susu e Montesantu ’e Josso, abitati poi scomparsi tra il tardo Medioevo e l’Età moderna, ma sulle rovine dei quali si fonda la storia di Àllai.